PERCHE CELEBRIAMO LA FESTA DI SANT’ANNA?
La Chiesa onora la memoria dei santi, celebrando in modo particolare il giorno della loro nascità al cielo. Con la celebrazione liturgica la Chiesa vuole rendere grazie a Dio per la sua attività salvifica nella storia del popolo di Dio. Dunque, rispondendo alla nostra domanda, occorre notare che la Chiesa celebra la memoria di sant’Anna, esprimendo gratitudine a Dio che nella vita di Anna, la sosteneva nella giustizia, rendendola degna di entrare nel regno dei cieli. La festa di sant’Anna ci ricorda che come Dio sosteneva e proteggeva la moglie di Gioacchino, e ricorda che l’amore di Dio si estende anche alla nostra esistenza, ci sostiene, ci solleva e ci guida. Celebrando la solennità di sant’Anna, ricordiamo la sua fedeltà alla Legge di Dio, la sua fiducia in Lui, la sua risposta alla volontà di Dio.
La stessa festa, alla quale ci prepariamo con la novena, ci fa ricordare che la moglie di Gioacchino intercede per noi. Infatti sant’Anna non cessa di intercedere per tutti coloro che si rivolgono a lei con la preghiera. Questa verità è particolarmente vissuta proprio in questa chiesa dedicata a sant’Anna. Inoltre occorre aggiungere un altro dato importante, che questa chiesa non è una chiesa qualsiasi ma un santuario. Quale è la differenza tra un santuario e una chiesa? Il santuario è un tempio connesso con una presenza particolare, dinamica, attiva di un santo del Signore. Nel nostro caso, con questa chiesa è connessa la presenza di sant’Anna. Se crediamo nella communione dei santi, nella loro presenza operosa nella vita dei cristiani di oggi, allora dobbiamo riconoscere anche la presenza della mamma di Maria connessa con questa chiesa-santuario, la sua presenza spirituale, discreta, silenziosa e attiva. Le grazie ottenute per l’intercessione di sant’Anna lo possono confermare.
Quanti genitori hanno portato loro bambini in questo posto, per poter affidare la loro infanzia, la crescita, l’educazione a sant’Anna. Quanti di loro hanno chiesto la protezione e benedizione dei figlioli, della famiglia, del matrimonio. Dopo aver ottenuto le grazie, spesso ritornano qui per esprimere i loro ringraziamento. Credo che la communità delle monache domenicane potrebbe raccontare molte storie e tante grazie ottenute dalla gente che viene proprio in questo santuario per pregare sant’Anna. Infatii le monache domenicane sono silenziose testimoni del’agire di Dio nella storia della salvezza, proprio qui in questo posto, cioè in chiesa dedicata alla moglie di sant’Gioacchino.
In questa chiesa troviamo un’immagine di sant’Anna, la statua di legno, scolpita circa 300 anni fa, che ci aiuta di indirizzare più facilmente le nostre preghiere alla santa che ha raggiunto il regno dei cieli.
Il culto dei santi non si può limitare però alla preghiera rivolta occasionalmente ai santi. I santi che hanno raggiunto il cielo vorrebbero cambiare questo nostro atteggiamento occasionale, in una specie di amicizia spirituale, in un rapporto quotidiano che nella nostra esperienza umana caratterizza gli amici. I santi oltre la loro intercessione e protezione ci vogliono offrire anche un esempio da seguire. Loro, che hanno percorso il pellgrinaggio della fede, ci aiutano a comprendere meglio come fare nella quotidianità la volontà di Dio.
Se i santi vogliono offrirci un esempio da seguire, allora occorre porre una domanda: che cosa può insegnarci sant’Anna?
Secondo la Tradizione cristiana, sant’Anna ha dato alla luce Maria, madre del Signore. Tenendo presente che la santità non solo dipende dalla grazia ma anche dalla libera collaborazione dell’uomo, arriviamo alla conclusione che la santità di Maria era anche il frutto del personale esempio e dell’educazione di sua Madre Anna. Perciò una delle conferenze verrà dedicata a sant’Anna come esempio di santità, un altra metterà in rilievo sant’Anna come madre.
Oggi cominciamo la novenna a sant’Anna. I nove giorni che precedono la grande festa. Questi giorni vogliamo vivere come il tempo di preparazione per questa grande celebrazione. Questi nove giorni non saranno solamente un tempo di preparazione ma anche il tempo di aggiornamento della dottrina cristiana e il tempo di grazia. Durante questi nove giorni, prima del Rosario sarà possibile confessarsi. Ogni sera della novena sarà possibile ricevere Cristo nell’Eucaristia. Il Signore è pronto di concederci le nuove grazie, però aspetta il nostro “si”, la nostra risposta.
Infine nove giorni, che precedono la festa, ci offrono la possibilità di impetrare molte grazie che abbiamo bisogno noi, le nostre famiglie, i nostri vicini, amici. Che questo tempo particolare porti frutti abbondanti.